Bimba autistica Il Tribunale:

Cure immediate per la piccola Angelica, otto anni di Arielli, affetta da autismo.


CHIETI. Cure immediate per la piccola Angelica, otto anni di Arielli, affetta da autismo. Non solo: niente liste d'attesa e costi tutti a carico della Asl Lanciano-Vasto-Chieti. Lo ha stabilito l'ordinanza firmata dal giudice del lavoro teatino, Ilaria Prozzo, che ha accolto il ricorso presentato dai genitori della bimba, Antonio e Roberta. «Il provvedimento - spiega Dario Verzulli, presidente dell'associazione Abruzzo autismo onlus - dimostra che le cure per le persone con autismo sono un diritto immediatamente esigibile: Angelica potrà accedere alle attività riabilitative. Dopo il Tribunale di Teramo, anche quello di Chieti ci ha dato ragione. La verità è che, in Abruzzo, le liste d'attesa e l'organizzazione territoriale dei servizi non sono adeguate alle reali esigenze: nell'intera regione ci sono appena 250 posti per circa mille bambini e ragazzi autistici».
Si legge sull'ordinanza: «La natura del diritto oggetto di tutela, di sicura rilevanza istituzionale, la fase di crescita in cui si trova la minore, la necessità di garantirle una piena integrazione sociale e il costo delle cure rendono evidente la sussistenza del periculum in mora», ovvero, nel caso specifico, del pericolo e del danno causato dal ritardo dei trattamenti terapeutici. Dunque il giudice conclude: «La Asl va condannata, in via provvisoria e d'urgenza, a prendere in carico la minore Angelica e a praticare in suo favore tutte le terapie e gli interventi riconosciuti nelle linee guida nazionali per l'autismo». L'azienda sanitaria dovrà farlo «direttamente o tramite strutture specializzate residenziali/semiresidenziali pubbliche e private o attraverso la terapia domiciliare». In ogni caso la Asl è stata condannata anche «a sostenere integralmente i costi per le terapie». Continua Verzulli: «La Regione e la rete dei servizi territoriali ora avranno una motivazione in più per assicurare alle persone con autismo l'adeguamento dei servizi offerti, l'aggiornamento dei setting assistenziali e un protocollo di presa in carico semplice e comprensibile per le famiglie. Queste indicazioni, previste dalla legge nazionale in vigore dal settembre 2015, vedono la Regione Abruzzo in forte ritardo». La speranza dell'associazione è che «i diritti affermati dal Tribunale siano riconosciuti presto dalle strutture pubbliche, senza una pesante e faticosa azione giudiziaria».

di Gianluca Lettieri

Fonte: www.pressin.it




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