Autismo, il garante della Salute:«Sui bimbi mercato vergognoso»

Napoli, il documento inviato al ministro Grillo, Asl e Regione: «Strutture pubbliche non garantiscono terapie adeguate, obsolete quelle dei privati»


«In Campania si svolge un vergognoso mercato sulla pelle dei bambini autistici». 
E’ un passo della relazione che Giuseppe Fortunato, difensore civico e garante per il diritto alla Salute della Regione Campania, ha indirizzato al ministero della Salute, alle Asl e a Palazzo Santa Lucia. 
«Le mie considerazioni — scrive — si basano su dati e segnalazioni raccolte dai genitori dei bimbi autistici e dalle associazioni che li rappresentano». 
Denuncia: «Da un lato le Asl non sono in grado di garantire a tutti le adeguate terapie, dall’altro i privati in convenzione ricorrono spesso a metodologie sorpassate ed obsolete. E’ come se si permettesse loro di smerciare cibo avariato e ciò è inaccettabile sia dal punto di vista giuridico, sia sotto il profilo etico».

Sottolinea ancora Fortunato: «Sono inattuate in quasi tutto il privato convenzionato metodologie avanzate, ben conosciute agli operatori (Early start denver model, per esempio, oppure la terapia Aba od ancora il modello Pact) che rappresentano da tempo (e sono permanentemente aggiornate dopo decenni di ricerca e sperimentazione) un metodo efficace per ridurre le disfunzioni comportamentali nei pazienti autistici e gli episodi maggiori di aggressività ed addirittura di autolesionismo, applicando ad essi l’analisi comportamentale». 
Con tali metodologie, sottolinea, «si può salvare una vita dalla chiusura prosciugatrice che caratterizza il male autistico ma occorre un intervento precoce ed intensivo, con personale specialistico e formato in modo idoneo». Quello che manca, secondo il garante campano del diritto alla Salute, nella maggior parte delle strutture con le quali le Asl stipulano convenzioni, alle quali erogano ogni anno milioni di euro ed affidano i percorsi riabilitativi e le vite dei bambini autistici.

Molti genitori, riferisce Fortunato, «devono addirittura rivolgersi ai giudici per ottenere l’erogazione di metodologia aggiornata, specifica e scientificamente idonea a fornire risultati sui pazienti». I controlli delle aziende sanitarie locali sulla qualità delle terapie proposte dal privato in convenzione, sostiene il garante «sono assolutamente inadeguati. Le unità di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza sono ovunque malridotte e talora, come nel caso della provincia di Caserta, non sono state mai attivate».

Fonte: www.corrieredelmezzogiorno.corriere.it




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