Nel caso della presenza in famiglia di un bambino con autismo (o disabilità in genere), i genitori si trovano ad affrontare periodi di stress superiori, per durata e intensità, a quelli di genitori con bambini normotipici.


La possibilità di cedere allo stress della situazione familiare diviene meno probabile se il peso è almeno in parte sgravato dalle spalle dei genitori anche per brevi periodi.
Dopo i 14 anni i ragazzi sono difficilmente inseribili in attività extrascolastiche private e quelle pubbliche e/o semipubbliche, nei fine settimana, sono praticamente inesistenti. E' in questo contesto di analisi che nasce il progetto: si vuole ampliare la gamma delle attività offerte, organizzando delle uscite (di più giornate consecutive o di settimane intere) al di fuori del contesto terapeutico e tendenzialmente in giorni che possano essere considerati di vero sollievo per la famiglia cioè comprendano dei giorni festivi (sabato e domenica). Vengono offerte alternative diversificate a seconda del grado di autonomia degli utenti. Non è pensabile ma neanche possibile offrire una proposta standard uguale per tutti. Gli utenti del centro, dopo la definizione dei piani terapeutici individualizzati, sono stati 'idealmente' divisi in tre gruppi: gravissimi, gravi, meno gravi (o con abilità residue).
Gli obiettivi di questo progetto sono molti:
  1. Promuovere le abilità sociali in un contesto educativo specifico che permetta a ogni ragazzo di sperimentarsi nelle attività solitamente svolte dagli adolescenti e i giovani fuori dal contesto familiare. 
  2. Aumentare le competenze di autonomia. Insegnare a prendersi cura del proprio corpo e dell'igiene personale, essere in grado di apparecchiare e sparecchiare la tavola, lavare e asciugare correttamente i piatti, sono capacità che - in prospettiva della vita adulta - concorrono in modo fondamentale alla qualità della vita delle persone disabili e delle loro famiglie. 
  3. Promuovere gli strumenti cognitivi che consentono di accrescere l'autostima, la capacità di cooperazione e la sensazione di appartenere ad un gruppo di 'amici' riconosciuti come tali. I soggetti autistici hanno una grossa difficoltà nell'area della socializzazione, della comunicazione e nel repertorio di interessi.
  4. Prendersi cura della famiglia oltre che del ragazzo autistico. Dare quindi modo ai genitori di ricaricarsi.

Il progetto è sostenuto dalla Fondazione Comunità del Novarese onlus